Che nessuno tocchi il Panda

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Oggi è stata la domenica delle Palme. Ricordo che quando da piccola andavo a messa, la cosa che colpiva di più la mia giovane immaginazione si poteva riassumere in una sola domanda: perché? Perché la gente ti acclama come un re, stendendo mantelli a terra, levando in cielo rami di palme e ulivi, e dopo cinque giorni, quella stessa gente ti crocefigge. Perché?


Poi, crescendo, ho scoperto Nietzsche a scuola, ed ero d’accordo quando leggevo di come la gente, la massa, sia un insieme di individui mediocri, apoteosi trionfale della quantità sulla qualità.
Arrivò Freud, a spiegarmi la pulsione degli individui che ha un ruolo primario nelle loro scelte e che permette quella coesione necessaria a diventare massa. Una massa che ha bisogno, che segue, un capo carismatico.
Infine, dopo molti altri, ho scoperto Elias Canetti. E ho ritrovato un barlume di speranza.
La massa, per Canetti, rappresenta la possibilità di uscire dalla chiusura nella propria individualità e liberarsi, almeno temporaneamente, dalle spine del potere. Nella massa prende vita un fenomeno: “Il principale avvenimento all’interno della massa è la scarica. Prima non si può dire che la massa davvero esista: essa si costituisce mediante la scarica. All’istante della scarica i componenti della massa si liberano delle loro differenze e si sentono uguali” (in Massa e potere). Entrare in una massa che si forma non comporta regressione, ma sollievo e liberazione. “Lo stesso uomo singolo ha la sensazione di oltrepassare nella massa i confini della propria persona. Egli prova sollievo, perché sono abolite tutte le distanze che lo rigettavano e lo richiudevano in sé” L’uguaglianza radicale e improvvisa, la cancellazione delle differenze e gerarchie, libera dalle spine accumulate: “esiste infatti una liberazione da tutte le spine, anche dalle più mostruose – tale liberazione è nella massa”.

Quindi, non è del tutto negativo far parte di una massa, mi dico.
Quindi, anche quando un Adinolfi di turno diventa un capo carismatico, prima o poi la massa saprà liberarsene, penso.
Quindi, a un certo punto la spina dell’ignoranza potrà essere staccata dagli individui, spero.
Spero.
Poi, in alcuni momenti, anche questa fiammella di speranza, diventa scintilla, e quasi si spegne.
Accade quando leggo la notizia che rimbalza ovunque di quei genitori contrari alla visione del film di Kung Fu Panda.
Non ho voglia di riportare la notizia che tanto potete leggere ovunque (qui, per esempio).
Però ho voglia di dire la mia.

Dire che Kung Fu Panda, la DreamWorks, sostenga la teoria del gender è davvero ridicolo.
Il tema ‘gender’ così come è discusso nel nostro paese, è solo un a grande presa in giro.
Che il ministro Giannini ribadisca che “non esiste un tema gender nella scuola e nel dibattito educativo”, poco importa. Tanto meno che aggiunga: “Esiste una sensibilità alle pari opportunità e alla lotta alle discriminazioni che noi stiamo, credo con convinzione e come dovere culturale, cercando di portare avanti”.
Poco importa perché tanto i genitori sono entrati in panico all’inizio dell’anno, e continuano a  annaspare anche ora!
È come se il termine “gender” fosse un click. Tu nomini la parola, si aziona il click. E la confusione inizia a far perdere tutto il buon senso che, in altri momenti, può dettare le soluzioni più ragionevoli. C’è la notizia che a scuola si farà “educazione gender” (quante ne ho sentito finora…)? Bene, anziché condividere su Facebook notizie ad cazzum, vai sul sito del Miur e spulcia un po’ sulle News: qualcosa ci sarà scritto? E se non c’è nulla, forse è perché si sta parlando dell’ennesima bufala?
Poi arriva sempre quell’Adinolfi di turno, e spara a zero sul panda Po e urla ai quattro social (perché ormai i venti vanno troppo lenti) che si tratta di un “lavaggio del cervello” per i bambini.
E se lo dice lui, capo carismatico dei nostri tempi (e siamo davvero messi male, caro Freud) bisogna crederci eh?
Non è che magari ci viene il dubbio e guardiamo il cartoon incriminato? Perché magari quando abbiamo accompagnato il figlio al cinema per vedere Kung Fu Panda I e II stavamo smanettando con il cellulare, e mica abbiamo seguito la storia! Oppure abbiamo letto la trama su Facebook (ah la quantità di cazzate che si condividono alla faccia della qualità-questa-sconosciuta, caro Nietzsche).
E pensare che ho sempre sostenuto che per parlare male di una cosa, una qualsiasi, occorre conoscerla. Non costa nulla guardare un cartoon e rendersi conto di cosa succede, eh? Gli occhi dal cellulare possono staccarsi ogni tanto!
Po (che non è un fiume, eh? Che poi magari stai lì a condividere che la DreamWorks ha agito subdolamente mettendo il nome del fiume per colpire proprio le menti dei bimbi di una certa zona geografica, proprio mentre le loro madri sono violentate dagli immigrati!)… dicevo Po ha due padri perché è stato abbandonato alla nascita. I suoi genitori erano morti per salvarlo (così sapevamo finora). E invece di comprendere che un cucciolo è stato cresciuto da uno che proprio non aveva intenzione di diventare padre… di commuovervi perché ha passato una vita a stargli accanto quando era malato, triste, disperato… di capire quanto grande sia il suo amore per un figlio che lascia andare con il suo padre biologico… Voi genitori che fate? Pensate ai “gender” e andate a infoltire quella massa di ignoranti (perché proprio “ignorate” nel vero senso del termine) dell’Adinolfi di turno?
Altro che scarica, altro che spina, caro Canetti. Non c’è uguaglianza che possa liberare! Però su una cosa mi trovi ancora d’accordo. Tu dici che Hitler è un “vero maestro delle masse” perché ne comprende le pulsioni più profonde e se ne impadronisce, offrendo alle stesse pulsioni occasioni di realizzarsi. Questo, non è “il punto debole della realtà” solo del Novecento. È ancora attuale. Come dici? Esagerato tirare in ballo Hitler? Eh ma il padre adottivo di Po è un’anatra non un Panda, un diverso: sai com’è la differenza di generi a me ricorda tanto quella delle razze. Come dici? Una delle elementari forme di difesa sta nell’evitare che la risposta ai desideri della massa provenga dal potere?

Eh…
Siamo messi male allora.
Però… Però c’è un dialogo interessante in KFP I, tra il maestro Oogway e Shifu.

“Oogway: Guarda quest’albero, Shifu. Non posso farlo fiorire quando mi aggrada, né farlo fruttificare prima del suo tempo!
Shifu: Ma delle cose le possiamo controllare. Posso controllare quando cade la frutta, e posso controllare dove piantare il seme. Questa non è un’illusione, maestro.
Oogway: Ah sì, ma qualunque cosa tu faccia, quel seme crescerà e diventerà un pesco. Magari tu desideri un melo o un arancio, ma otterrai un pesco.
Shifu: Ma un pesco non può sconfiggere Tai Lung!
Oogway: Può darsi di sì, se sei disposto a guidarlo, a nutrirlo, a credere in lui.”

Noi insegnanti siamo disposti a guidare, nutrire, credere nei bambini. Anatre o panda per noi sono tutti uguali.

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