L’utero dell’Ignoranza è sempre in affitto

Pregnant belly with sign

In questi giorni si è parlato molto del figlio di Nichi Vendola. L’evento ha innescato una serie di commenti e un giro di informazioni piuttosto false, oltre che razziste e inutili.
Perciò, riapro le danze in questo mio blog (più simile a un grosso calderone da strega) per alcune precisazioni che mi sembrano doverose a chi il cervello lo usa invece che portarlo a spasso in stato vegetativo.

Ho letto diversi articoli, e interventi, che parlano di “utero in affitto”.
Ebbene, la terminologia è scorretta. Se prestate un secondo di attenzione potrete comprendere come venga usata solo per fare propaganda e per esprimere già un giudizio. È un termine fuorviante.
È esatto parlare di “maternità surrogata”.
In considerazione della scelta di Vendola, occorre sapere un minimo di inglese e leggere cosa prevede in questi casi la legislazione canadese:

“The Assisted Human Reproduction Act (AHRC) permits only altruistic surrogacy: surrogate mothers may be reimbursed for approved expenses but payment of any other consideration or fee is illegal”.

Quindi, da una semplice traduzione letterale (chè se no poi i neuroni si affaticano troppo) si comprende come sia un atto volontario e non mercenario, cosa che è punita dalla legge come reato.
Eh sì che noi italiani non siamo avvezzi a comprendere cosa sia un reato, giacché assistiamo continuamente a illeciti che vengono istituzionalizzati per vari motivi, però non mi pare che Vendola sia stato denunciato e arrestato (che abbiamo già i Marò in India, troppi “aridateci” poi).

Esistono banche del seme, degli ovuli e gravidanze surrogate già da diversi anni. E questo lo sanno bene moltissime coppie eterosessuali. Quando a usufruire del servizio è una coppia di omosessuali, si scatena l’inferno.
Alcune cose, in particolare, mi hanno lasciato senza parole: il gran parlare della violenza sulla donna e il blaterare di esterofilia, società solipsitiche e azioni contrarie alla morale cristiana.
Ho usato il termine “blaterare”: tipico esempio di come un termine possa esprimere già un giudizio. E ora veniamo al contenuto del bla-bla-bla e a ciò che mi piace (=da usare tutte le sfumature dell’ironia).

Mi piace leggere opinioni sulle donne che vanno in giro con le gonne troppo corte o con i jeans attillati, o sulle minorenni colpevoli di tentare gli uomini maturi (subito Vissani in India coi Marò!) e poi sentir parlare di violenza sulla donna in una maternità surrogata.

Mi piace sentir parlare di esterofilia quando in Italia a una coppia omosessuale non è consentito adottare un bambino. Se Vendola avesse aspettato una legge apposita avrebbe avuto la stessa età di Matusalemme, a voler essere ottimisti.

Mi piace leggere come siamo avviati verso un processo solipsista quando si tratta di cercare di ottenere una parità di diritti.

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Mi piace vedere gli scudi dei cattolici levati contro questo abominio.

In fondo mi piace molto la coerenza. Un po’ meno che a restare incinta, in affitto o naturalmente, sia sempre la mamma degli ignoranti.

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