Rendiamo virale l’informazione

È iniziata la scuola e rimetto in moto questo mio blog. Sono tanti i messaggi che mi arrivano, per lo più colleghi, che seguono un caso che non sanno come gestire, o con cui discutiamo di altre difficoltà legate al fantomatico rapporto scuola-famiglia e anche peggio scuola-enti, o vogliamo parlare di scuola-associazioni? In alcuni casi mi sono scontrata con operatori che seguivano bambini nel post scuola assecondando i genitori, e quindi rafforzando in loro l’idea che il proprio figlio fosse “meno grave” di come sosteneva la diagnosi: devo dirvi che il guadagno non guarda in faccia a nessuno? No, oggi non mi va di fare demagogia. E nemmeno raccontarvi di come io abbia costruito con fatica la mia professionalità che terrorizza gli psicologi e gli operatori dell’ASP (mi diverto sempre vederli sudare quando sanno che seguo io il “caso” perché nulla dà più potere della conoscenza). E no, non dirò nemmeno che mi incazzo come una iena pensando che tanti altri “casi” invece vengono seguiti con pressapochismo o peggio ancora “perché tanto è così grave c’è ben poco da fare”. No, lo sapete bene che non posso accettarlo. Ancora credo nella scuola e nella professionalità degli insegnanti. Ancora.

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