Siamo tutti “figli di un dio minore”, piccole divinità cieche.

image

Il 16 aprile, in un’intervista radiofonica, Peter Singer ha ribadito le sue tesi sull’infanticidio di bambini con handicap. L’ha fatto:

– NON seguendo le proprie tesi sul dolore – inteso come qualsiasi genere di sofferenza sia fisica che psicologica, a prescindere da chi lo provi;

– NON ripartendo dall’etica delle relazioni uomo- animale – lo specismo secondo lui sta sullo stesso piano del razzismo e del sessismo, è “ un pregiudizio o atteggiamento di prevenzione a favore degli interessi dei membri della propria specie e a sfavore di quelli dei membri di altre specie”;

– NON perché va a scardinare ancora una volta le fondamenta delle convinzioni morali di tanti – lui ha sempre rifiutato un valore assoluto alla vita, non è sempre sbagliato uccidere e non tutte le vite hanno lo stesso valore, il che significa che se fossimo costretti ad uccidere qualcuno non dovremmo guardare alla razza, al sesso o alla specie ma solo alla volontà e al desiderio o meno di continuare a vivere del soggetto in questione e della qualità della vita che questi condurrebbe.

NO.

Continua a leggere “Siamo tutti “figli di un dio minore”, piccole divinità cieche.”

Pubblicità