Duy Huynh

imageRimettendo in ordine i file che ho sul computer – è primavera anche per i pc e bisogna far pulizia – ho ritrovato alcune immagini di questo autore.

L’ho scoperto tempo fa su facebook, in uno di quegli stati che rimbalzano con la solita citazione di turno. La frase non mi ha colpito più di tanto. L’immagine sì.
Così ho cercato di saperne di più.

La pronuncia corretta del suo nome è Yee Wun. Si tratta di un’artista vietnamita che nel 1981 emigrò in California.

Qui la sua ufficiale con le notizie che lo riguardano.

Il colore e la luce della Calafornia lo spiazza, facendo nascere in lui un forte senso di estraneità nei confronti di un mondo totalmente diverso dal suo. La sua arte fatta di fumetti, cartoon e graffiti, viene così proiettata nei caffè, nei ristoranti e sui muri di una città che sentiva ostile e che ricambiava con murales duri e arrabbiati.image

Al centro dell’arte di Duy Huynh si trova la condizione umana e lo smarrimento legato al viaggio. Ogni suo personaggio è colto in volo, molti hanno le ali, restano sospesi a mezz’aria oppure sono immersi nelle improbabili circostanze di un’atmosfera surreale ed onirica. Il viaggio, spirituale o fisico, è un tema ricorrente, tradotto in un linguaggio che risponde all’inquietudine con la serenità di sfumature tenui e morbide.

 

Tuttavia i colori che usa sono spesso e volentieri cupi. Questo rende la condizione esistenziale dell’uomo in maniera universale ed eterna. Nei suoi quadri aleggia una forte atmosfera metafisica e i personaggi in movimento sembrano essere svincolati da ogni legge fisica e temporale. È entrare dentro a un sogno. Tutto è illusorio. I personaggi sembrano addormentati e in armonia con l’ambiente circostante.

Duy Huynh si distingue per la leggerezza del segno, per l’aspirazione al volo, per il potere evocativo delle mani, per quella valigia simbolo di partenze e di viaggi, per quel particolare rapporto tra cielo e terra. Quando osservo le sue tele mi lascio trasportare dalla profondità del suo pensiero, dalla delicatezza del suo tratto, dalla potente forza comunicativa e dalla meraviglia: l’artista mi fa scivolare nella sua dimensione onirica e lì ogni cosa improbabile per me diventa possibile.

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Il sogno che prende il volo da una valigia aperta e del pensiero che si fa sogno in una dimensione metafisica che resta sospesa tra i nemici, spazio e tempo, e un cielo amico.
Colori caldi, brumosi, morbidi, dorati, che annullano la forza fisica.

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imageLa maggior parte del lavoro di Duy è  profondamente personale. Il suo uso intelligente e spesso molto ironico del simbolismo e dei giochi di parole, invita lo spettatore a creare la propria storia personale.

Io ne creo continuamente, grazie a lui. Ma io sono un po’ una Amélie, e vivo nel mio favoloso mondo. Quindi…

 

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